L’Artom risuona grazie ad Artom&Musica

Buongiorno professor Castagnaro, grazie per essersi reso disponibile a incontrare la redazione di ArtomNews. Ci parli del progetto appena partito, del quale è responsabile.
Il progetto Artom&Musica riprende un percorso svolto negli anni passati dal nostro istituto. Si tratta di 5 lezioni/concerto mensili in cui interverranno musicisti professionisti provenienti da tutto il Piemonte. Verranno eseguiti stili musicali poco conosciuti ai giovani. Il primo incontro si è tenuto lo scorso mercoledì, ha coinvolto tre musicisti che hanno eseguito opere classiche arrangiate in chiave jazz. È un trio che quest’estate ha partecipato a un festival in Albania. L’ultimo incontro sarà a fine maggio a Canelli, per due motivi: il primo per coinvolgere gli studenti della sede di Canelli, l’altro perché il progetto è finanziato proprio da due ditte della zona, Lasergi e Scapina. Gli altri incontri saranno sul blues, con una cantante statunitense e con un gruppo di Torino, musicisti di Paolo Conte. Generalmente fanno musica swing, ma eseguiranno per noi musica pentatonica indiana. Un altro incontro sarà con la famiglia Ferraris [un nostro ex studente]: suonano batteria, arpa e clarinetto. L’ultimo incontro a Canelli sarà con Felice Reggio, noto jazzista che sarà accompagnato dal mio quartetto.
Quando e come è nata la sua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata da adolescente, negli anni ’70. Ai tempi, in ambito ecclesiastico esplose il fenomeno del beat, grazie ad esso mi sono appassionato molto e ho iniziato a studiare musica. Avevo un gruppo e ho suonato con loro fino a 18 anni; poi, trasferendomi a Torino per intraprendere gli studi universitari, ho dovuto momentaneamente fermarmi e trascurare la musica. Fu la mia morte sociale [ride, ndr]. Una volta laureato ho ripreso gli studi del contrabbasso e in generale del jazz.
Quanti e quali strumenti suona?
Suono il contrabbasso e il basso elettrico, il suo fratello minore. Mi diletto anche a suonare il pianoforte e la chitarra, ma nel poco tempo che ho, generalmente mi dedico al contrabbasso.
Ha un genere preferito?
Sì, il jazz. Ma ascolto letteralmente di tutto, specialmente grazie alla radio. Ultimamente sento molto in macchina un canale, “Rai Radio Tre Classica” dedicato alla musica classica. Sovente però passa anche del jazz.
Ci sono artisti o album che hanno maggiormente influenzato la sua crescita, sia a livello musicale che personale?
Impossibile citarne solo alcuni. Il primo LP che acquistai fu un disco de Le Orme, gruppo prog [rock progressivo, ndr] e uno di Aretha Franklin. È difficile fare nomi, ascolto davvero molti artisti. Ci sono contrabbassisti da cui vorrei prendere ispirazione, suonare come loro, ma è davvero molto complicato fare dei nomi.
La ringrazio ancora per il tempo che ci ha dedicato, professore.