33° edizione de Il Salone del Libro

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Fonte: @salonelibro (Instagram)

Ogni anno al Lingotto Fiere di Torino oltre mille editori, dai grandi agli indipendenti, presentano al pubblico le proprie novità. Per cinque giorni la città si apre al Salone Internazionale del Libro.

Dalla letteratura alla scienza, dall’arte al giornalismo, dalla religione alla musica: lo storico appuntamento richiama al Salone le più influenti personalità del panorama culturale globale.

La storia del Salone del Libro

Ogni anno, la seconda più grande fiera del libro d’Europa, il Salone Internazionale del Libro di Torino si svolge nel mese di maggio con un tema differente. Quello di quest’anno è stato Vita Supernova e il salone ha aperto le sue porte dal 14 al 18 ottobre, per i problemi sanitari dovuti alla pandemia di COVID-19.
Il Salone Internazionale del Libro nasce ufficialmente il 22 luglio 1987 nel complesso fieristico di Torino Esposizioni grazie ad una “riunione preparatoria” tra varie case editrici. Angelo Pezzana e Guido Accornero presiedevano la presentazione. Però, poco dopo, scoppiò una calda polemica con il sindaco di Milano di allora, Paolo Pillitteri. Quest’ultimo voleva che la Fiera si svolgesse a Milano. Grazie all’aiuto dei grandi editori però, la sede fu confermata a Torino.

Le edizioni 2006 e 2007 hanno celebrato rispettivamente l’apertura e la chiusura dell’anno di Torino Capitale Mondiale del Libro, proclamato dall’Unesco e iniziato il 23 aprile 2006.
Con espositori e visitatori sempre in aumento il Salone nel 2010 ha istituito il Premio Salone Internazionale del Libro. La votazione digitale di espositori e visitatori assegna il premio a un grande maestro della letteratura internazionale che, nell’autunno successivo, dedica dei cicli di lezioni agli studenti piemontesi.
Nel 2021 il Salone Internazionale, nella sua 33° edizione, ha superato il record di 300.000 visitatori.

Lunedì 18 ottobre con i nostri compagni della 5BI e altre classi del nostro istituto, accompagnati dai nostri docenti abbiamo anche noi varcato le soglie del Lingotto e visitato il suo rinomato Salone. Ecco le nostre riflessioni sulla nostra visita

L’esperienza di Ilaria Pettavino

Sono appassionata di libri da quando ho undici anni. Più o meno da quando ho iniziato a capire che non sempre le parole vanno considerate nel proprio significato letterale. Credo che nella lettura si celi un modo per vedere il mondo da un’altra prospettiva, una visione che supera le apparenze. Ogni scrittore, dal più conosciuto a quello più di nicchia, esprime con la scrittura quella parte di sé che non è così facile comprendere solamente tramite l’osservazione.
Andare lì ed essere circondata da tutti quegli stand pieni di un’arte che oggi è un po’ sottovalutata mi meraviglia ogni volta, mi rende consapevole di quanto ancora non conosciamo della realtà che ci circonda.

L’esperienza di Edoardo Sacchetto

La parte che più mi piace dell’andare al Salone è riuscire a prestare attenzione a generi letterari a cui solitamente non mi interesso. Di solito ci sono andato in occasione di uscite scolastiche, perciò ho avuto la possibilità di soffermarmi sui testi che richiamavano il mio interesse. Non è così semplice scorgere i mille volti di un libro, quindi credo che avere la chance di ascoltare più punti di vista possa rendere il tutto più intrigante.

Non ho mai avuto l’occasione di visitare fiere di questo genere anche se, nel profondo, ho sempre nutrito sincera ammirazione verso chi, con fatica, è riuscito ad arrivare a questa importantissima vetrina culturale.
Tra gli stand ho potuto assaporare per davvero la vita al di fuori della normalità.
I libri possono essere uno strumento molto potente per affrontare la quotidianità, le loro pagine ci permettono di volare in infiniti mondi paralleli al nostro. Mi è sempre piaciuto questo aspetto della lettura e della letteratura in senso lato.
Ho potuto davvero trovare molti libri interessanti e comprarne altrettanti.
È incredibile come persone poco più grandi di noi siano arrivate così tanto avanti solo grazie alla scrittura. Questa voglia irrefrenabile di conoscenza mi infonde gioia, soprattutto in un mondo così grigio di cultura.

Ilaria Pettavino

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