DSA: i disturbi specifici dell’apprendimento

I DSA sono disturbi del neuro sviluppo che colpiscono le abilità scolastiche, con difficoltà specifiche della lettura, della comprensione del testo, della scrittura e del calcolo in presenza di una intelligenza nella norma.
Le ricerche più recenti sull’argomento confermano l’ipotesi di un’origine costituzionale dei DSA. Una base genetica e biologica dà la predisposizione al disturbo, mentre l’ambiente affettivo e socioculturale in cui cresce il bambino può contribuire ad amplificarlo o contenerlo. I momenti di maggior rischio sono i passaggi da un ordine di scuola all’altro, quando il bambino deve adattarsi a contesti nuovi. Nel caso di insuccesso scolastico derivato da un disturbo dell’apprendimento non diagnosticato, il disagio emotivo è relativo al fatto che il bambino è il primo a percepire la propria difficoltà, sperimentando un senso di frustrazione ed impotenza.
DISGRAFIA, DISLESSIA E DISCALCULIA
La disgrafia è un disturbo della scrittura che si caratterizza come una difficoltà specifica nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici, il cui tratto appare incerto e lento.
La dislessia è invece una difficoltà nella decodifica del testo scritto, per cui risulta più complesso riconoscere i segni grafici associati al significato della parola. È opportuno distinguere una dislessia specifica da quelle che si possono definire difficoltà generiche, destinate a scomparire attraverso normali esercitazioni scolastiche.
La discalculia si presenta come una difficoltà specifica del calcolo nel quadro di uno sviluppo intellettivo normale. Quasi tutte le persone con DSA riescono ad apprendere lettura, scrittura e calcolo, ma in modo non altrettanto automatizzato rispetto ai loro compagni. Possono sviluppare perciò metodi compensativi e ragionamenti “laterali” per riuscire ad ottenere lo stesso risultato.
Se il bambino con DSA è nel primo ciclo di scuola elementare, si consiglia di sostenere gli apprendimenti con una terapia di linguaggio o una terapia neuropsicologica. Con i ragazzi di scuola media o superiore può essere utile un intervento di tipo pedagogico più evoluto, orientato alle metodologie di studio e sulle strategie metacognitive.
La Legislazione
La normativa di riferimento è uno strumento che genitori, educatori e insegnanti devono conoscere per tutelare i diritti dei minori, e segue un principio base: tutti i bambini e ragazzi hanno diritto a pari opportunità di apprendimento.
Nasce così il PDP (Piano didattico personalizzato), un contratto tra famiglia, scuola e istituzioni sociosanitarie per organizzare un percorso mirato nel quale vengono definiti gli strumenti compensativi e dispensativi che aiutano la realizzazione del successo scolastico degli studenti con DSA.
Attualmente gli strumenti tecnologici hanno acquistato un grande rilievo: computer e supporti informatici sono utilizzati sempre più di frequente da tutta la classe e non devono sottolineare una differenza, ma appunto dare a ognuno i giusti strumenti per raggiungere i propri obiettivi.
Il PDP viene redatto dal consiglio di classe una volta acquisita la diagnosi specialistica e dopo aver ascoltato la famiglia, in un’ottica di dialogo e di rispetto delle diverse competenze. Deve essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico, entro la fine del mese di novembre per gli studenti con già in atto un percorso, o su segnalazione della famiglia laddove si inizi un rapporto nuovo con l’istituzione scolastica.
Nella progettazione sono presenti le modalità di accordi tra scuola e famiglia. In particolar modo le modalità con cui vengono assegnati i compiti da svolgere a casa, la quantità, le scadenze, le modalità di presentazione e di esecuzione. L’adozione delle misure dispensative dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste.
Si ringrazia la dottoressa Erica Scerbo, psicologa e psicoterapeuta, per il supporto scientifico alla stesura dell’articolo.